Aisha’s Story: un viaggio attraverso la cultura e la memoria palestinese

Un racconto toccante sulla vita di Aisha Azzam e la sua lotta per mantenere viva la cultura palestinese.

Alla manifestazione dell’Amman International Film Festival, Aisha Azzam ha avuto l’emozionante opportunità di vedere la sua storia finalmente sul grande schermo. Il documentario “Aisha’s Story”, diretto dalla storica canadese Elizabeth Vibert, porta alla luce la vita di Aisha e della sua comunità nel campo profughi di Baqa’a, in Giordania, dove da oltre trentacinque anni gestisce un mulino. Ma non è solo un lavoro: attraverso il suo quotidiano, Aisha trasmette tradizioni culinarie e culturali alle nuove generazioni, trasformando ogni piatto in un atto di resistenza e identità. Ti sei mai chiesto quanto possa essere potente la cucina nel raccontare una storia?

Un viaggio nelle tradizioni palestinesi

Aisha Azzam, con un sorriso che nasconde una profondissima tenacia, ha affermato: “Voglio che le storie e le tradizioni palestinesi rimangano vive nella memoria.” Il film non si limita a documentare la sua vita, ma svela anche i ricordi e i sapori che accompagnano la sua esistenza nel campo profughi. Ogni giorno, Aisha macina grano e spezie, un lavoro che rappresenta la continuità culturale per il popolo palestinese. Ogni piatto che prepara diventa una testimonianza della sua storia e delle sue radici, un modo per non dimenticare, nonostante le ferite del passato. Ma cosa rappresenta veramente il cibo per una comunità in difficoltà?

Elizabeth Vibert, regista e docente di storia, ha già affrontato temi simili nel suo primo documentario “The Thinking Garden.” In “Aisha’s Story,” il cibo si trasforma in un simbolo di resistenza contro stereotipi e narrazioni colonialiste. Vibert afferma: “Questo film nasce dal desiderio di scardinare falsità storiche e affermare la cultura palestinese.” Attraverso il racconto di Aisha, il documentario si propone di restituire dignità e visibilità a una comunità spesso ignorata. Non è forse fondamentale dare voce a chi è stato messo da parte?

Il contributo della comunità di Baqa’a

Realizzato nell’estate del 2023, il film ha coinvolto giovani di Baqa’a come operatori e tecnici, un segno di autentica connessione tra il documentario e la vita reale del campo. Sul posto, i nostri inviati confermano che il loro contributo, visibile anche nei titoli di coda, riflette un legame profondo con la comunità. Vibert sottolinea l’importanza di mostrare le persone dietro le statistiche: “Volevamo che il pubblico vedesse le vite stravolte dalla violenza e dall’occupazione.”

Il senso di comunità è palpabile nel film. Pranzi all’aperto, ricette e storie condivise creano un legame tra passato e presente. Aisha prepara piatti tradizionali come il Maftoul e il Musakhan, ogni gesto un atto di amore e memoria. Ricorda con nostalgia il pane taboon preparato dalla madre durante la sua infanzia, un sapore che riporta indietro nel tempo, a una Palestina mai dimenticata. E tu, quali ricordi culinari porti nel cuore?

Le sfide quotidiane e la resilienza di Aisha

Il documentario non ignora le difficoltà del campo di Baqa’a, come la mancanza d’acqua e l’accesso limitato ai prodotti agricoli. Aisha, ora vedova, continua a gestire il mulino con i suoi figli, trasmettendo loro l’eredità familiare. Racconta: “La nostra casa di pietra è diventata una tenda. Ma nonostante tutto, il mulino è un simbolo di speranza e continuità.” Una testimonianza di resilienza che lascia senza parole.

Alla prima del film, Aisha era circondata dai suoi cari, che hanno condiviso con lei un momento di profonda emozione. “È stato bellissimo raccontare la mia storia con le persone che amo attorno a me,” ha detto, sottolineando il potere della memoria e della narrazione. Il film è un invito a non dimenticare, a trasmettere la storia alle generazioni future, affinché la speranza e la cultura palestinese continuino a vivere. È una chiamata alla responsabilità, non solo per Aisha, ma per tutti noi. Quanto vale per te la memoria delle storie che ci uniscono?

Scritto da AiAdhubMedia

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