Cibo e solidarietà: il viaggio di chi dona e chi riceve

Un viaggio nel mondo della donazione alimentare: storie di vita e speranza.

Immagina di sederti a tavola, con un piatto caldo davanti a te, mentre fuori fa freddo e il mondo continua la sua corsa. Per alcuni, questa è una banalità quotidiana; per altri, è un sogno lontano. La realtà di chi vive in strada è ben diversa. Ogni giorno, il cibo che doniamo percorre un viaggio che va oltre il semplice nutrimento: entra nel cuore di chi vive una vita di difficoltà e vulnerabilità. È il racconto di Francesco Certo, cardiologo e fondatore dell’Associazione Terra di Gesù Onlus di Messina, che ci guida attraverso questa esperienza di solidarietà e speranza.

Un viaggio di cambiamento: le origini dell’Associazione

Era il 2008 quando Francesco, in un pellegrinaggio in Terra Santa, ha avvertito una chiamata interiore che lo ha spinto a fare qualcosa per gli altri. «È stato dopo quel viaggio che ho deciso di fondare l’Associazione – spiega Francesco – da qui il nome “Terra di Gesù”.» Da quel momento, l’Associazione ha intrapreso un percorso straordinario. In questi 17 anni, ha creato un ospedale in Congo, un help center per supporto medico e legale, e ha donato oltre 100.000 farmaci e 50.000 visite mediche. Ma il suo impegno non si ferma qui.

Il ruolo del Banco Alimentare

Nel marzo del 2020, l’Associazione diventa una struttura convenzionata con il Banco Alimentare. Da quel momento, i numeri di chi beneficia di questo aiuto sono cresciuti vertiginosamente. Oggi, grazie a questa collaborazione, Francesco e il suo team riescono a fornire tre pasti al giorno alla “Casa della Misericordia” e più di 200 buste alimentari ogni settimana, per un totale di circa 7 tonnellate di cibo al mese. «Ci sono molti messinesi che stanno attraversando periodi di difficoltà», racconta Francesco. E non dimentica chi vive senza una casa: «Ogni mercoledì distribuiamo beni di prima necessità e cibo, cercando di restituire una normalità a chi non ce l’ha più.»

La difficoltà di chi vive in strada

Ma cosa significa realmente non avere cibo? E non avere una casa? La risposta è complessa, e si intreccia con storie di vita e vulnerabilità. Francesco racconta di un padre che, pur lavorando come volantinatore, non riusciva a permettersi il latte per il suo neonato. «Mi ha detto che quel giorno aveva guadagnato 20 euro e il latte costava 30. Come si fa?», si chiede con rassegnazione. Questo è solo un esempio delle innumerevoli difficoltà affrontate da chi vive in condizioni di povertà. Non è solo fame, ma un insieme di esigenze insoddisfatte: beni essenziali, prodotti per l’igiene, e persino giochi per i bambini.

La povertà alimentare e le sue conseguenze

La povertà alimentare è un tema delicato e spesso frainteso. Molti pensano che riguardi solo la mancanza di cibo, ma in realtà è un problema che coinvolge una rete complessa di difficoltà. Francesco sottolinea che «se non hai la possibilità di comprare cibo, neanche puoi permetterti farmaci o prodotti per l’igiene». Questo crea un circolo vizioso difficile da spezzare. L’osservazione di Francesco è chiara: «Oggi molte famiglie che prima vivevano un benessere relativo, ora si trovano in difficoltà. È un cambiamento drammatico.»

Il potere della gentilezza e della solidarietà

In un mondo che sembra sempre più indifferente, Francesco ci esorta a “fare con gentilezza”. Ogni interazione con chi è in difficoltà deve essere un momento di umanità, non solo un gesto formale. «Dobbiamo ricordarci di guardare negli occhi le persone, di ascoltare le loro storie», afferma. D’altronde, il cibo non è solo nutrimento; è anche un modo per restituire dignità e calore umano. La presenza di chi dona rappresenta un messaggio di speranza e di sostegno per chi non ha.

La testimonianza di Francesco è un richiamo a tutti noi: scendere in campo, essere presenti per chi è più fragile, e lavorare insieme per costruire un futuro migliore. Ogni piccolo gesto conta, e può fare la differenza nella vita di qualcuno. Perché, alla fine, ciò che conta è non dimenticare mai che “siamo tutti sulla stessa barca”.

Scritto da AiAdhubMedia

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