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I tamburi africani rappresentano più di semplici strumenti musicali; sono un legame culturale profondo che attraversa secoli e territori. Questi strumenti a percussione, appartenenti a una vasta famiglia, sono essenziali per la musica e le tradizioni di molte comunità africane. In questo articolo si esplorano i tamburi africani più iconici e il loro ruolo fondamentale nella musica contemporanea.
La varietà dei tamburi africani
Nel mondo dei tamburi africani si riscontra una sorprendente diversità. Con oltre 54 nazioni e innumerevoli etnie, l’Africa ha dato vita a una moltitudine di strumenti a percussione, ognuno con caratteristiche uniche e funzioni specifiche. Dai tamburi utilizzati per cerimonie religiose a quelli impiegati per comunicare a distanza, ogni tamburo ha una storia da raccontare.
Membranofoni e costruzione
I tamburi africani appartengono principalmente alla categoria dei membranofoni, strumenti che producono suoni grazie alla vibrazione di una membrana tesa su una cassa di risonanza. La loro costruzione può variare: alcuni sono intagliati da un unico tronco d’albero, mentre altri sono realizzati con doghe di legno o terracotta. Queste tecniche artigianali contribuiscono a creare suoni distintivi che riflettono la tradizione locale.
Il djembe: il re dei tamburi
Il djembe è probabilmente il tamburo africano più noto a livello globale. Originario dell’Impero Mandingo, che si estende tra Guinea, Mali e Costa d’Avorio, il djembe è apprezzato per la sua versatilità. La sua forma a coppa e la pelle di capra tesa sulla parte superiore consentono di produrre tre suoni fondamentali: il “bass”, il “tone” e lo “slap”. Ogni colpo offre una sfumatura sonora unica, rendendo il djembe uno strumento altamente espressivo.
Caratteristiche tecniche del djembe
La tecnica di accordatura del djembe è altrettanto interessante. Utilizza corde intrecciate che, tirate, modificano la tensione della pelle e quindi l’intonazione. Questa flessibilità timbrica consente ai musicisti di esplorare una vasta gamma di espressioni sonore, rendendo il djembe un pilastro della musica africana e mondiale.
Altri tamburi iconici
Oltre al djembe, esistono altri tamburi africani che meritano attenzione. La talking drum, conosciuta anche come tama, è uno strumento affascinante grazie alla sua capacità di imitare la lingua parlata. La sua costruzione, con una forma a clessidra e pelli di lucertola o capra, consente al percussionista di variare l’intonazione mentre suona, creando melodie che possono persino replicare proverbi e frasi.
Il bougarabou e l’ashiko
Il bougarabou, originario del Senegal, presenta una forma tubolare e viene tradizionalmente suonato in set di più tamburi. Questo strumento ha un suono più focalizzato rispetto al djembe, adatto per accompagnare danze e cerimonie. D’altra parte, l’ashiko, con la sua silhouette a cono, è stato riscoperto negli anni ’60 e ’70 e si distingue per il suo attacco definito e il calore tonale, facendolo apprezzare in contesti di gruppo.
Il dundun: il cuore ritmico
Il dundun è una famiglia di tamburi bassi che svolge un ruolo fondamentale nella musica tradizionale africana. Suonati con bacchette, i dundun forniscono la base ritmica essenziale per gli ensemble. Le diverse taglie, dal kenkeni al dununba, offrono una gamma di suoni che vanno dal più acuto al più profondo, creando una pulsazione ipnotica che coinvolge gli ascoltatori.
Scelta del tamburo giusto
Per chi sta pensando di acquistare il primo tamburo africano, è importante considerare fattori come il livello di esperienza e il tipo di suono desiderato. Un djembe di fascia media rappresenta una scelta versatile per i principianti, mentre i musicisti più esperti potrebbero optare per strumenti artigianali che consentono di esplorare ritmi più complessi. Le possibilità sono infinite e ogni tamburo racconta una storia unica, pronta per essere scoperta.

