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Fino a qualche anno fa, la cucina giapponese a Milano era spesso ridotta all’idea di sushi, con piatti a base di pesce crudo che talvolta lasciavano a desiderare. Oggi, però, il panorama gastronomico nipponico si è notevolmente ampliato, includendo una varietà di piatti tradizionali che riflettono l’immensa cultura culinaria del Giappone. Tra queste meraviglie, il katsusando ha trovato un posto speciale, conquistando i palati milanesi con la sua combinazione unica di croccantezza e morbidezza. Questo panino, che racchiude una cotoletta impanata tra due fette di soffice shokupan, rappresenta una delle espressioni più autentiche e apprezzate della cucina giapponese contemporanea.
Cosa rende speciale il katsusando
Il katsusando è un panino composto principalmente da una cotoletta impanata, nota come tonkatsu, sistemata tra due fette di shokupan, un pane al latte tipicamente giapponese, caratterizzato da una consistenza soffice e leggermente dolce. La cotoletta, solitamente di maiale, viene avvolta nel panko e fritta fino a raggiungere una doratura perfetta, assicurando così una croccantezza irresistibile. Questo delizioso panino è spesso accompagnato da cavolo cappuccio finemente affettato e condito con la salsa tonkatsu, una preparazione agrodolce che esalta il sapore della carne e contrasta con la grassezza della frittura. Il risultato è un equilibrio di sapori e consistenze che offre un’esperienza gastronomica unica.
Le origini del katsusando
Le radici del katsusando risalgono al periodo Meiji (1868-1912), un’epoca di grande apertura del Giappone verso l’Occidente. La cotoletta di maiale impanata, o tonkatsu, fu introdotta ispirandosi a piatti europei e, in seguito, venne servita tra fette di pane, dando vita al katsusando come lo conosciamo oggi. Esistono anche varianti di questo panino: oltre al classico tonkatsu, è possibile trovare versioni con carne di manzo (gyukatsu), pollo (chicken katsu) e opzioni vegetariane. In Giappone, il katsusando è un alimento comune, facilmente reperibile nei konbini (minimarket) e spesso consumato come spuntino veloce o pranzo al sacco.
Il significato del termine katsusando
Il nome “katsusando” deriva dalla fusione di due termini giapponesi: “katsu”, abbreviazione di katsuretsu (cotoletta), e “sando”, forma abbreviata di “sandwich”. La prima apparizione del katsusando risale al 1899 presso il ristorante Rengatei di Tokyo, noto per aver introdotto molte preparazioni di ispirazione occidentale nella tradizione culinaria giapponese. È un piatto molto apprezzato anche come parte degli ekiben, i pranzi confezionati venduti nelle stazioni ferroviarie, ideale per chi viaggia sui famosi shinkansen.
Il shokupan: il pane perfetto per il katsusando
Per preparare un ottimo katsusando, è essenziale utilizzare lo shokupan, un pane al latte giapponese che si distingue per la sua consistenza leggera e soffice. Questa caratteristica è ottenuta grazie alla tecnica del tang zhong, un metodo di pre-impasto ad alta idratazione che conferisce al pane la sua morbidezza unica. Negli ultimi anni, il katsusando ha visto numerose reinterpretazioni, con varianti che spaziano dal classico con cotoletta di maiale a preparazioni più creative con carne di manzo Wagyu, pollo, pesce e persino opzioni vegetariane. Alcuni chef si sono avventurati nell’aggiungere ingredienti esclusivi come foie gras, tartufo o salse speziate, rendendo ogni esperienza culinaria davvero unica.
Come preparare un delizioso katsusando
Se desideri cimentarti nella preparazione del katsusando a casa, ecco una ricetta semplice da seguire. Comincia impanando la cotoletta di maiale (tonkatsu) con farina, uovo e panko, quindi friggi fino a doratura. Spalma della maionese giapponese (Kewpie) su una fetta di shokupan, aggiungi la cotoletta, il cavolo cappuccio e la salsa tonkatsu. Chiudi con un’altra fetta di pane, taglia il panino a metà e servilo caldo. Questo piatto è un vero e proprio viaggio nei sapori e nella tradizione culinaria giapponese.
I migliori posti per gustare il katsusando a Milano
A Milano, il katsusando è diventato un vero e proprio fenomeno gastronomico. Un esempio è la Katsusanderia, aperta nel 2022 da Alice Yamada, in collaborazione con lo chef Yoji Tokuyoshi, dove il katsusando è proposto in diverse varianti, dal classico con maiale a ricette innovative come il pollo yakitori e tamago sando. Qui l’accento è posto sulla qualità degli ingredienti, come lo shokupan artigianale. Un altro locale da non perdere è Bentoteca, che offre una versione particolare con lingua di manzo fritta e maionese verde, un’esperienza che unisce tradizione e innovazione. Infine, la Gastronomia Yamamoto, pioniera del katsusando a Milano, propone una versione autentica e tradizionale, rendendo omaggio alla cucina giapponese.
In conclusione, il katsusando è molto più di un semplice panino: è un simbolo di come la cucina giapponese si stia affermando a Milano, unendo tradizione e modernità in un’esperienza gastronomica che continua a sorprendere e deliziare.