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In un mondo dove la cucina sana e sostenibile si fa sempre più strada, l’istituto alberghiero Tonino Guerra di Novafeltria ha brillato come una stella al contest “La Cucina del Benessere”, tenutosi a Riolo Terme. La competizione, che ha visto la partecipazione di diversi istituti alberghieri, ha premiato non solo la creatività culinaria ma anche l’uso consapevole delle risorse. Chi avrebbe mai pensato che un semifreddo di patate e seitan potesse rubare la scena?
Il contest e i piatti in gara
La sesta edizione di questa gara gastronomica si è svolta presso l’Ipssar “Pellegrino Artusi”, e ha attirato studenti da tutta Italia. I partecipanti, appartenenti alle classi terze e quarte dell’indirizzo enogastronomico, si sono cimentati in preparazioni che non solo rispettassero il tema dell’anno, “Acqua, bene prezioso”, ma che fossero anche innovative. Le giurie, composta da esperti del settore, hanno valutato i piatti in base a criteri di sostenibilità e creatività. Così, tra un assaggio e l’altro, i giurati hanno potuto apprezzare come il seitan, il tofu e il tempeh siano diventati i veri protagonisti della cucina moderna.
Il piatto vincente: un dolce sorprendente
Il Tonino Guerra ha conquistato il primo premio con il suo piatto “Il dolce che non c’è”, un semifreddo di patate e seitan servito su un pandispagna al tofu. Ma non finisce qui! Il crumble di tempeh e il frullato di mango hanno aggiunto un tocco di freschezza e originalità che ha lasciato tutti senza parole. Ricordo quando ho assaggiato un dolce simile durante un viaggio in Asia; l’uso di ingredienti vegetali può davvero fare la differenza. La giuria ha apprezzato particolarmente l’armonia dei sapori e l’innovazione nella preparazione, dimostrando che la cucina vegetariana non è solo sana, ma anche estremamente gustosa.
La menzione speciale per il cous cous siciliano
Non è stata solo la vittoria del Tonino Guerra a risaltare. La giuria popolare ha conferito una menzione speciale all’istituto Pietro Piazza di Palermo, che ha presentato un delizioso “Cous cous di mais con brasato di tempeh al nero d’avola”. Questo piatto ha saputo unire le tradizioni culinarie siciliane con un approccio vegano, dimostrando che innovare è possibile anche nelle ricette più classiche. E chi non ama un buon cous cous? Personalmente, trovo che il sapore del nero d’avola possa davvero esaltare i piatti vegetariani, rendendoli indimenticabili.
La giuria e il tema della sostenibilità
Ma chi sono gli esperti che hanno giudicato queste prelibatezze? La giuria era composta da nomi noti nel panorama gastronomico, come Maria Fiorenza Caboni, professoressa di Scienze e Tecnologie Alimentari all’Università di Bologna, e lo chef Devis Sforzini, con oltre 25 anni di esperienza nel settore. La loro competenza ha dato ulteriore valore alla competizione, ma è stata anche l’opportunità per i giovani chef di ricevere suggerimenti e feedback preziosi. È incredibile come un semplice piatto possa racchiudere storie, esperienze e passioni; ogni morso è un viaggio.
Un futuro sostenibile nella cucina italiana
Il contest ha avuto come obiettivo principale non solo quello di premiare le migliori preparazioni, ma anche di sensibilizzare i partecipanti sull’importanza di un’alimentazione sana e responsabile. D’altronde, come molti sanno, la cucina non è solo gusto, ma anche un modo per prendersi cura dell’ambiente. Utilizzare ingredienti come seitan, tofu e tempeh non è solo una scelta alimentare, ma un passo verso un futuro più sostenibile. E chi lo sa, magari i giovani chef di oggi diventeranno i pionieri della cucina del domani, portando avanti questi valori in ogni piatto che prepareranno.